In contatto con se stessi, la propria bellezza e la vera forza
Quanto è in grado un essere umano di sopportare il dolore emozionale? Perché alcuni riescono a superare le grandi sfide e a trovare un significato più profondo nella propria vita e altri semplicemente rinunciano ed entrano in uno stato passivo cercando la via d’uscita nell’alcol, nei calmanti, nelle droghe o nella sessualità compulsiva?
I traumi del passato
Ho conosciuto Marina circa un anno fa. Ha partecipato ad un paio di seminari serali che ho tenuto. Mi ricordo le sue domande, curiose e intelligenti. Insegna matematica e scienze, ama il suo lavoro con i ragazzi. Mi aveva chiesto di vederci per una sessione individuale perché voleva parlarmi di alcune questioni personali.
Quel giorno, mentre l’aspettavo per la sessione, mi ricordo di aver pensato che non sembrasse una persona con grossi problemi. Ero curiosa di scoprire la sua storia. Marina mi parlava del suo desiderio di entrare in una relazione di coppia profonda e duratura perché fino ad ora non era mai riuscita ad averne una.
Come da prassi, le avevo fatto alcune domande sul suo passato e sulla sua famiglia d’origine per poter avere le informazioni e valutare le cause della sua insoddisfazione nell’ambito della relazione di coppia. Quello che mi aveva detto mi aveva scioccato a tal punto che avevo quasi rischiato di cadere dalla sedia dopo averlo sentito.
Pensavo di aver già sentito quasi tutto quello che possa capitare di difficile ad un essere umano, tuttavia quello che mi aveva raccontato Marina aveva confermato che non fosse così. Marina ha esordito dicendomi che stava cercando una soluzione concreta per gestire il suo dolore e che fino ad ora aveva bussato a diverse porte, ma non era ancora riuscita a comprendere perché alcune sfide dovessero capitare proprio a lei. “Di che cosa si tratta?” Le ho chiesto. “Qualche anno fa mio fratello ha ucciso suo figlio, il mio amato nipote, e poi si è tolto la vita. A distanza di qualche anno mio padre aveva tentato il suicidio perché non riusciva più a sopportare il dolore per la perdita dei suoi cari e dopo un calvario di qualche mese è mancato.”
Mentre parlava le lacrime le scendevano dagli occhi e anche a me mentre la ascoltavo. Dopo avermi raccontato tutto l’ho guardata negli occhi e mi ricordo di averle detto che ammiravo il fatto che fosse rimasta normale dopo una tragedia così e che io non fossi sicura di come ne sarei uscita se fosse capitato a me. Le avevo detto che solo il pensiero verso quello che le era capitato mi procurava un grande dolore e che non potevo neanche immaginare come lei si sentisse.
Alla fine del nostro incontro Marina mi aveva detto che la sua scelta era di guarire finalmente la sua anima dalla sofferenza e che nelle mie parole aveva sentito la sincerità. Così iniziò il suo percorso.
La storia di Marina
Dove l’ha portata il percorso e come si sente Marina oggi? Lo lascio raccontare da lei stessa:
“Ieri sera Ana mi ha proposto di scrivere una testimonianza sui benefici che ho ottenuto grazie al lavoro svolto con lei nei mesi passati. Per la prima volta non ho rifiutato, ma le ho risposto: ci provo. Vediamo cosa salta fuori. Questo semplice gesto per me è già un grosso cambiamento, non aver paura di sbagliare, di non essere all’altezza e di essere giudicata, ma esprimere con gioia e liberamente le mie emozioni e raccontare la mia esperienza personale. Io negli ultimi anni ho sofferto molto a causa della perdita improvvisa di mio fratello e nipote e dopo alcuni anni di mio padre. Io ho sempre creduto che da esperienze negative possa nascere tanto amore, ma mi mancavano gli strumenti e facevo fatica a mantenere ciò nel tempo. Il percorso fatto con Ana per me è stato questo: ritrovare la mia vera essenza di Amore e finalmente perdonare e lasciare andare la rabbia e il giudizio nei confronti di chi mi ha arrecato tanta sofferenza e soprattutto lasciare andare i miei sensi di colpa. Partendo da questo ho iniziato ad amarmi e stimarmi profondamente e ad accettarmi per quello che sono, prendendo consapevolezza che il mio obiettivo di vita è amare il prossimo con semplicità, umiltà senza aspettative. Ho compreso che il dolore nasceva da me stessa, era la mia mente a generare pensieri negativi che alimentavano la paura, bloccando le mie azioni. Con il percorso ho iniziato ad entrare maggiormente in contatto con me stessa, iniziando a riconoscere le mie emozioni, a viverle e lasciarle andare. Ciò mi ha resa molto più forte, sensibile e accogliente in primis con me stessa e subito dopo con le persone con cui interagisco. Con questo non voglio dire che non ci siano periodi difficili, ma è cambiato l’approccio nel vedere e affrontare le sfide quotidiane ed essere la vera attrice della mia vita. Grazie di cuore ad Ana e a tutte le persone che hanno condiviso con me questa esperienza.
Dov’è la nostra forza?
Quando ho sentito Marina telefonicamente qualche giorno fa mi ha ringraziata e mi ha detto che adesso sta bene. Sta ancora usando gli strumenti che aveva ricevuto durante il percorso fatto insieme. Mi ha anche detto di essere consapevole che quello che ha vissuto sia stato molto doloroso, ma è riuscito a placarsi. Il ricordo della perdita dei suoi cari non ha più un impatto così doloroso e così traumatico come una volta. Ha aggiunto che il suo desiderio è che la sua esperienza possa dare la motivazione e la speranza alle persone che stanno affrontando un grande dolore e stanno cercando una via d’uscita.
Siamo forti, autenticamene forti. La triste realtà è che poche persone sono veramente consapevoli di questo. Spero che tutte le persone vengano in contatto con la propria forza e la propria bellezza. Marina ci è riuscita. È riuscita a vedere la bellezza della sua anima e comprendere quanto sia preziosa la vita. Immensamente preziosa.